Cavalca la tigre

“E poi c’è sempre quel tizio che cavalca la tigre”

Recensione

“E poi c’è sempre quel tizio che cavalca la tigre”

Spesso la società ci impone alcune scelte attraverso quella che, una volta, veniva chiamata propaganda. Un’imposizione forte, ossessiva e stringente, che viene rafforzata oggi dal mondo dei social, oltreché dai media tradizionali, veicolo di informazioni talvolta deformate da un demiurgo dominante, che gioca con l’uomo sempre più disinformato e superficiale.

Una realtà a tratti orwelliana, in cui il linguaggio politico distorce i concetti e gli eventi, modificandone la forma oggettiva. Solo la libertà di pensare oltre e in maniera autonoma, può per davvero salvare l’uomo, a patto che esso sia in grado di scegliere in maniera accorta.

Proprio da questo mal celato concetto di libertà si sviluppa Cavalca la Tigre, magnifica nuova uscita di casa Kite, pronta a raccontarci come esista sempre una scelta diversa, basta avere il coraggio e l’intelligenza per percorrerla.

Il nuovo albo, firmato da Davide Calì e Gurudi, attraverso le sue illustrazioni visionarie e minimali, racconta una fiaba moderna, in cui si ritrovano venature classiche, qui mescolate a nuove forme narrative che partendo da Orwell e Dick, arrivano alle distopiche visioni di Hwang Dong-hyuk e Yorgos Lanthimos.

Loris Gualdi